Padre Pio, come San Francesco fu esempio di umiltà fino alla morte.
Padre Pio indossò il saio dei frati cappuccini e si rifugiò “sotto la bandiera del poverello di Assisi”.
Sull’esempio del poverello di Assisi, Padre Pio si propose la pratica delle più belle virtù, specialmente delle più difficili, come quella dell’umiltà. Quella di Padre Pio era un umiltà che lo convinceva di essere peccatore, il peggiore di tutti, indegno di portare l’abito di San Francesco.
“Credo che la mia vita passata e presente non sia degna agli occhi di Dio. Oh! Che peso è questo per me e tanto più cresce quanto non torvo in me forza per divenire migliore”.
Un’umiltà che lo faceva lavorare di nascosto, nel confessionale, tolto il tempo della celebrazione della messa.
Un’umiltà che aveva paura dei doni di Dio, giunse a chiamare le proprie stimmate “terribile dono”. Dei suoi fenomeni mistici parlò solo per obbedienza ai direttori spirituali e con dolorante imbarazzo.
Un’umiltà che lo faceva obbedire in tutto ai superiori, anche nei periodi che parevano limitarlo, segregarlo, confinarlo e umiliarlo.
Spessissimo Padre Pio richiamava, raccomandava, puntualizzava l’umiltà considerandola spina dorsale d’ogni vita spirituale: “Guardiamo in alto e poi guardiamo noi stessi. L’infinita distanza che intercorre tra l’azzurro e l’abisso genera umiltà”.