La Via del Rosario a Pietrelcina è una stradina percorsa da Padre Pio che parte dal rione Castello, vicino la porta Madonnella, in pochi minuti attraversa la campagna e conduce a Piana Romana.
La via del Rosario di Padre Pio
Qui vi è un gruppo di case, vicine le une alle altre e, tra queste, la masseria dei Forgione. Padre Pio, da ragazzo, da studente e da sacerdote percorreva la Via del Rosario, con l’incedere delle Ave Maria, mentre la mano scorreva la corona del rosario. I suoi pensieri erano rivolti al Creato, alla natura circostante, alle ombre fresche delle chiome degli alberi, al sole che riscalda il mondo.
“Tutti i contadini erano sparsi per le campagne ed anche i pastori uscivano con i loro greggi. Gli usignoli piamente entro le macchie cinguettavano. Qua si sentivano belar pecore, là si vedevano saltellare agnelletti”
(Padre Pio, Componimenti scolastici)
La Via del Rosario è un sentiero di campagna che ispira sentimenti di amore e di gratitudine a Dio che tutto provvede. Lungo la stradina, il ponte sul torrente “Quadrielli” era luogo di strani e paurosi, incontri con i cosacci. Padre Pio vedeva le loro ombre nello specchio d’acqua sotto il ponte. Quegli esseri cercavano di incutergli paura, ma lui continuava la strada che sale verso Piana Romana. Lungo il sentiero ci sono pozzi d’acqua fresca, dove Padre Pio si fermava a bere, dove scambiava qualche parola coi contadini e dove all’ombra di un fico si riposava. La strada è fiancheggiata da siepi, alberi, campi ben coltivati, vigne, orti.
Un giorno mamma Peppa, che passava con Francesco vicino ad un bel campo di rape, disse: “Come le mangerei volentieri!”, “È peccato” commentò Francesco. Tempo dopo videro un bell’albero di fichi e Francesco, senza pensarci due volte, andò sotto la pianta e si mise a mangiarli. “Ma come – protestò la madre- mangiare le rape è peccato e i fichi no?” Lungo la via c’è un ponticello di legno, che permette di attraversare il torrente Quadrielli, sul quale sono avvenuti due episodi della vita del giovane Francesco.
Qui lo aspettavano “quei ceffi”, i diavoli, che lo spaventarono sgridando e sbeffeggiandolo: “Adesso passa il santo! Adesso passa il santo!” ed egli si difendeva recitando con il Rosario e ancora gli capitò di ubriacarsi di fumo, quando volle provare il gusto di un sigaro “toscano”.